Dopo aver fondato la fabbrica, la centrale idromeccanica di Crespi d’Adda viene dotata di una turbina che ha il compito di muovere le macchine. L’enorme stanza adibita ad ospitare la turbina viene detta “canapone” e rimane uno dei simboli di Crespi d’Adda.
Nel 1904 Cristoforo Benigno Crespi inizia i lavori per trasformare la centrale idromeccanica in una centrale idroelettrica. Le opere vengono ultimate cinque anni dopo, nel 1909. All’esterno l’edificio è in ceppo dell’Adda, mentre all’interno sono alloggiate tre gigantesche ruote di metallo nero. Sono gli alternatori, ai quali sono agganciate le turbine della centrale idroelettrica di Crespi d’Adda: le più grandi mai realizzate fino a quel tempo.

La centrale idroelettrica di Crespi d’Adda non è solo un luogo di lavoro, ma viene concepito come un luogo esteticamente piacevole, nonostante la funzione produttiva. Lo si vede nelle piastrellate, nella posa del parquet, nei dettagli dei portalampade, nei disegni floreali e nella meravigliosa consolle di comando.

La centrale idroelettrica Taccani di Trezzo sull’Adda è uno degli edifici più affascinanti fatti costruire dai Crespi. Stesa sull’ansa naturale del fiume Adda, si allunga sotto il profilo del castello visconteo, di cui si sono conservati il mastro e alcuni pezzi di muri perimetrali.

Cristoforo Benigno Crespi affida i lavori della Centrale Idroelettrica Taccani a Gaetano Moretti, raccomandandosi di immaginare una struttura che si possa integrare con il paesaggio e con i ruderi del castello medievale. Gaetano Moretti riesce a intonarsi al contesto usando un fronte basso e allungato, quasi fosse la parte sottostante della fortezza, e riveste i muri con lastre di ceppo d’Adda per avvicinarsi al colore e alla consistenza materica della vecchio maniero. Aggiunge poi altri elementi caratteristici della sua architettura, ispirata al vicino oriente e alla rivisitazione di certi stilemi medievali e motivi ispirati al modernismo di matrice tedesca.

All’interno il corpo centrale più alto alloggia il locale dei quadri comando. A sinistra si sviluppano undici campate e il pavimento accoglie gli alternatori che operano grazie alle turbine sottostanti. A destra, le altre cinque campate ospitano l’impianto a vapore di riserva, costruito per ovviare alle deficienze di portata del fiume.