Il villaggio operaio
tra vivere e lavorare

Il villaggio operaio meglio conservato d’Europa si trova a Crespi d’Adda. Situato nel comune di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo, dal 1995 è inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sin dalla prima visita al villaggio operaio, non è difficile capire il perché sia stato selezionato tra i luoghi che più al mondo meritano di essere preservati dal tempo e nella memoria di ciascuno di noi.
Ancora prima di essere un villaggio operaio reale e concreto, Crespi d’Adda è stata per molto tempo un’idea, un progetto su carta e a tratti un desiderio inespresso. Il suo fondatore, Cristoforo Benigno Crespi, era alla ricerca di un luogo dove dar vita a una fabbrica tessile che producesse cotone di eccellente qualità. Sapeva bene che l’area prescelta avrebbe dovuto possedere determinate e imprescindibili caratteristiche.

Innanzitutto gli occorreva l’acqua. Un fiume gli avrebbe permesso di far funzionare l’opificio, generare energia idromeccanica e idroelettrica e di trasportare materie prime e prodotto finito da e verso altre località. In questo senso sia l’Adda e sia il Naviglio Martesana gli furono di grande aiuto, perché il primo lo accompagnò in tutta la storia imprenditoriale del villaggio operaio, mentre il secondo rappresentò un’irrinunciabile canale di collegamento con la grande Milano.

In secondo luogo gli serviva la forza lavoro. All’epoca la zona di Crespi d’Adda era adibita a pascolo e bosco. Cristoforo Benigno Crespi volle rilanciare il territorio creando nuove opportunità di lavoro. Diede un impiego a quanti conoscevano già la professione e formò quanti volevano intraprendere l’attività operaia
Una piccola città ideale, quasi autarchica, perché il lavoratore vi può trovare tutto quello che gli serve senza uscire dai suoi confini
Tuttavia dopo qualche anno dalla sua fondazione nel 1877, l’imprenditore capì che per realizzare filati di alta qualità non bastava dotarsi delle migliori materie prime o di un corso d’acqua, ma serviva anche che la manodopera lavorasse nelle adeguate condizioni. Ebbe perciò un’intuizione all’avanguardia per l’epoca: costruire a Crespi d’Adda un villaggio operaio che potesse ospitare i suoi lavoratori.

Ecco che nel corso degli anni, vengono costruite le case operaie, simbolo del villaggio operaio di Crespi d’Adda, circondate da strutture e infrastrutture di servizio. Nasce così una piccola città ideale, quasi autarchica, perché il lavoratore vi può trovare tutto quello che gli serve senza uscire dai suoi confini. Casa, scuola, bottega del pane, ospedale, chiesa, cimitero sono a disposizione degli operai e delle loro famiglie.

Oggi camminare tra le strade del villaggio operaio di Crespi d’Adda equivale a fare un viaggio nel tempo. Grazie a un pizzico di fantasia, si può immaginare come era la vita un secolo e mezzo fa.
Tutto scorreva più lento, fluido come l’Adda, e scandito al ritmo dell’alternarsi tra lavoro e tempo libero. Le famiglie si dividevano i compiti: i più piccoli andavano a scuola, i più grandicelli e gli adulti lavoravano in fabbrica, le donne quando non erano impiegate nella fabbrica operaia lavavano i panni nei due lavatoi del villaggio operaio, acquistavano il pane e si prendevano cura della casa.

Totalmente aperto alla sua curiosità, il villaggio operaio di Crespi d’Adda sa regalare emozioni uniche. In autonomia o con visita guidata, saprà stupire quanti si lasceranno affascinare dalla sua storia e dalla magia del luogo.